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23/04/2011

La croce italiana

La Croce italiana

La Croce italiana

Grazie delicate e rispettose al Patriarca di Venezia, agli Arcivescovi di Milano e Gorizia ed ai Vescovi di Vittorio Veneto, Fidenza, Cremona, Macerata, Rovigo, Mondovì, l’Aquila, Mantova e Bolzano che ci hanno donato la loro educata risposta e Li ringraziamo veramente per l’adesione e l’incoraggiamento che hanno dato all’iniziativa di “costruire” una croce che era stata pensata con piccoli legni donati da tutte le Diocesi e Provincie italiane. Si sono aggiunti i Vescovi, maestri e per noi amici, Loris Francesco Capovilla ed Antonio Riboldi.

Sanno bene, in particolare i preti e gli animatori della Diocesi di Treviso (131 parrocchie in visita guidata), ma anche tantissimi insegnanti che hanno accompagnato loro studenti in visita, degli oltre 1700 gruppi venuti da tutti i continenti, quanto sorprenda e faccia bene ai ragazzi ed ai giovani incontrare simboli al Museo dei Sogni, della Memoria, della Coscienza e dei Presepi e lì ne intercettano moltissimi.

Questo forse era il più significativo e quello che più parlava e parla chiaro a tutti di dolore, di sogno, di vite intere e vissute, colte magari da sguardi e luci luminose, spese anche per tutti, almeno se ci crediamo veramente ancora.

Nelle settimane scorse, visto lo scarso ed ovviamente legittimo non interesse manifestato a questa proposta dalle Autorità spirituali e politiche italiane, abbiamo scritto personalmente a migliaia di cittadini/e italiani/e segnalando loro questa iniziativa e chiedendo che se la cosa non sembrava a loro banale e viceversa potesse essere utile ed interessare, magari loro direttamente o la comunità civile e religiosa dove vivono, la scuola, la diocesi, la provincia, l’associazione, provassero loro a pensare, scegliere e trasmettere un piccolo legno che rappresentasse magari una sofferenza personale o familiare, della loro gente, cristiana e non, segnata magari da dolore, guidata e purificata con la speranza verso altra vita, per chi crede la Via della Resurrezione. Mai avremmo immaginato tanta, convinta e seria adesione dalla base della Chiesa e della Città in Italia. Il grazie lo dicono a queste premurose persone i ragazzi ed i giovani che vivono in questa Comunità, provati magari da sofferenze in tenera età, ma desiderosi di vivere con gioia e non trascurando i loro limiti, anche nelle vite degli altri, per il bene comune di tutti.

La stessa cortese richiesta la avevamo indirizzata con ovvie note differenti nella forma, ma dagli stessi contenuti, anche a tutti i Presidenti delle Amministrazioni Provinciali in Italia.Siamo grati ai Sigg. Presidenti di Catanzaro, Rovigo, Verbano Cusio Ossola, Ragusa, Trento che hanno aderito. (sito www.comunitavsfrancesco.it cliccare CROCE ITALIANA)

Il grande artista e mosaicista sloveno il gesuita Padre Marko Ivan Rupnick ha emozionato tutta la nostra Comunità per aver fatto e donato il disegno per come pensare a “costruire” questa Croce che accoglie sofferenze e speranze italiane e che lo scultore vicentino Gilberto Perlotto ha realizzato “impastando” idealità, partecipazione, forza e bravura proprie, con l’ausilio appassionato e competente di Celso Vidus, coordinatore dei volontari in Comunità di Villa San Francesco, unitamente ad Angelo Nardi ed Albino De Carli.

Abbiamo chiesto al Rettore dell’Università Salesiana Prof. Don Carlo Nanni la composizione di una preghiera che reciteremo il Venerdì Santo davanti a questa Croce ed al Buon Ladrone che l’artista toscana Suor Elisa Galardi, responsabile della Comunità “Tabor” ha realizzato e donato alla nostra Comunità, unitamente ad altro simbolo che ci ricorderà gli “ultimi”, a volte i ladroni crocefissi della terra, realizzato con la maestria che è nota in tutto il mondo da Vico Calabrò. Giorgio Trevisan ha colorato per sempre con la passione e l’arte che lo contraddistinguono, il SI forzato di un uomo, Simone di Cirene, obbligato a portare la croce di Cristo, segnalandoci nello stesso tempo che tutti dovremmo essere anche cirenei con croci, prossime e non, a noi.

Gli unici legni non “italiani” sono quelli di una casa di Betlemme bruciata in un attentato e portato in Comunità dal grande archeologo, studioso e delicato amico Padre Michele Piccirillo, già Direttore dello Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, ora sepolto al Monte Nebo ed uno del Monte degli Ulivi portato dalla Terra Santa.

Agostino Coppe persona impegnata nel sociale e nella missionarietà in America Latina, ha portato un asciugatoio per i piedi ricamato apposta per questa iniziativa della croce e nel simbolo per la lavanda dei piedi del Giovedì Santo in tutto il mondo, dalle persone che vivono nel lebbrosario del Centro Sociale “San Francesco d’Assisi” di Bambui (Misan Gerais) in Brasile.

Ci siamo inchinati giorni fa, di fronte alla lettera giunta dalla Curia di Bolzano-Bressanone dove si preannunciava l’arrivo di una croce in legno inviata dal Vescovo Karl Gosler, seriamente malato, accompagnata dalla lettera pastorale dal tema “Signore sia fatta la tua volontà”.

Alla quiete del vespro dello stesso giorno Marcello Bello, fratello del Vescovo don Tonino Bello, dalla Puglia telefonava comunicando l’invio della copia in legno d’ulivo della croce pettorale dell’amatissimo vescovo, a condizione che fosse “inchiodata” nella croce italiana.


LEGNI PRESENTI NELLA CROCE ITALIANA

  • Legno di una casa di Betlemme bruciata dagli israeliani.
  • Legno stipite della porta casa strage di Erba.
  • Frammento ligneo appartenente al capestro issato dalle truppe austro-ungariche sul Monte Fontanasecca per giustiziare i loro disertori durante la Prima Guerra Mondiale e consegnato da Piero Gai.
  • Legno del 600 proveniente da una casa del ghetto degli ebrei in Venezia.
  • Legno riconsegnato dal mare Adriatico sulla spiaggia di Bibione a ricordo di dolore, morte e profughi accolti.
  • Legno di un tavolo di Palermo sul quale hanno lavorato, studiato e riflettuto personalità mondiali insignite con il Premio Nobel per la Pace ed invitate da Danilo Dolci.
  • Legno di una casa del paese di Aune bruciato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
  • Legno di una pianta dell’Isola dei morti di Moriago della Battaglia, dono del Sindaco Pergentino.
  • Legno dell’unica pianta rimasta del vecchio cimitero di Facen di Pedavena.
  • Legno di vecchio carretto agricolo usato da una famiglia contadina particolarmente provata dal dolore.
  • Legno proveniente da Domegge di Cadore ed usato nell’attività dell’occhialeria ad inizi novecento, attività ora in difficoltà, e portato dai ragazzi in preparazione alla Cresima
  • di quella parrocchia con il loro parroco Don Marco.
  • Legno raccolto nei pressi del lago del Corlo e scolpito a ricordo del Vescovo Vincenzo Savio.
  • Ramo di mandorlo donato dalla Caritas di Locri.
  • Legno a forma di dado (si giocarono le vesti…) trasmesso da noto Santuario Mariano.
  • Frammento del Bastone del Cittadino e del Pellegrino (Nazareth-Betlemme e Feltre-Locri-Feltre).
  • Legno di una pianta del giardino davanti la Grotta di Lourdes, dell’ Opera della Divina Provvidenza di Sarmeola PD.
  • Legno a forma di Y donato da 24 scaut Clan e Noviziato di Zero Branco.
  • Legno di ulivo di Lendinara donato dai monaci Benedettini Olivetani su indicazione di Matteo Baccaro.
  • Legno donato su indicazione del Vescovo di Rovigo a segno del cammino sinodale in atto in quella diocesi dopo 58 anni dal precedente.
  • Legno raccolto sulle trincee del Monte Piana da Anelio Dalla Gasperina– Prima guerra mondiale.
  • Croce inviata dal Vescovo di Bolzano-Bressanone con lettera pastorale: “Signore, Sia fatta la tua volontà”.
  • Pezzo di tavola vicina alla Chiesetta di Zenich dove venivano celebrati i funerali dei minatori agordini, inviata dall’Arcidiacono di Agordo.
  • Legno di un crocefisso sottratto a Bologna ai mercatini delle pulci da Gabriella Poggi ed inviato a monito della tragica morte da freddo del neonato Devid Berghi a Capodanno 2011.
  • Pezzo in legno di una ruota di carretto usata ad Arten di Fonzaso a memoria di scariolanti, bonifiche e cannoni trainati da muli e consegnato da Olivo Zanella.
  • Parte di vecchia porta della Comunità di Villa San Francesco aperta per accogliere 5000 ragazzi e giovani.
  • Parte di vecchia perlina consunta di un carro merci servito per la traduzione di deportati nel campi di concentramento e trasporto militari nelle guerre.
  • Ramo di una pianta di pero dove ha perso la vita un ragazzo di 14 anni di Spinea durante un campo scuola parrocchiale a Colderù.
  • Legno trasmesso dal Patriarca di Venezia con il contenuto di altissimo valore simbolico che richiama San Marco Evangelista, il sangue di martiri che si unisce a quello di Cristo versato sulla croce.
  • Legno proveniente da San Gregorio nelle Alpi e consegnato da bambini che si stanno preparando alla Prima Comunione, in ricordo di tantissimi minatori del loro paese in compagnia della catechista Cosetta Curti.
  • Corteccia di larice proveniente dalla frana del Vajont.
  • Legno proveniente dalla Valle del Vajont a ricordo di tutti gli artisti del legno e consegnato da Don Luigi Canal.
  • Reperto di legno recuperato nel Piave subito dopo la tragedia del Vajont.
  • Legno della Comunità Papa Giovanni XIXIII –Il chicco di grano- di Dotontano Cingoli Macerata su indicazione del Vescovo di Macerata.
  • Pezzo di legno che sorreggeva il baldacchino per le processioni delle chiesa di Tempera all’Aquila, distrutto dal recente terremoto ed inviato dal Parroco don Giovanni Gatto su indicazione del vescovo Ausiliare Mons. Giovanni D’Ercole.
  • Pezzo di acero campestre della piantata per la cultura della vite in Riva su indicazione della Diocesi di Mantova a ricordo di Gabriele animatore parrocchiale, morto il 31 gennaio festa di San Giovanni Bosco.
  • Frammento del letto dei genitori di Papa Giovanni XXIII a Sotto il Monte, BG.
  • Pezzo di legno di un banco della scuola elementare di Lentiai a ricordo dei tantissimi ragazzi, poi giovani, e morti in incidenti stradali ed altro di quel comune e trasmesso dal Sindaco.
  • Legno del convento Benedettino di Monte Maria in Alto Adige, trasmesso dal diacono Giuseppe Leone.
  • Pezzo di porta di una casa e mobile distrutto dall’acqua a Quinto Vicentino durante la recente alluvione e trasmessi da giovani dell’Azione Cattolica di Vicenza.
  • Pezzo di ramo d’ulivo di Masi Torello (Ferrara) in ricordo del figlio Antonio morto a 26 anni in seguito ad un incidente mentre si recava al lavoro.
  • Croce pettorale in legno d’ulivo del Vescovo Don Tonino Bello inviata da Alessano in prov. di Lecce.
  • Pezzo di legno trasportato dal Po’ a ricordo delle alluvioni del Polesine, carestie e lotta di resistenza delle popolazioni polesane ed inviato dalla Presidente della Provincia di Rovigo.
  • Ramo di roseto e betulla trovato nel nido costruito a casa di Gino e Luisa Fior in San Martino di Lupari PD.
  • Pezzo di pialla che ha accompagnato la vita intera di un emigrante nel mondo ed inviato da Diego Bardelli di Brebbia in prov. di Varese.
  • Pezzo di banco della scuola canossiana di Feltre a segno di sofferenza e fatiche di alunni, insegnanti e genitori.
  • Legno di scarto proveniente dal centro di riciclaggio del carcere di Rebibbia in Roma, dove alcuni detenuti lavorano su indicazione di Don Marco Di Benedetto.
  • Legno di olivo e quercia da sughero simboli della comunità catanzarese inviati dalla Presidente dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro.
  • Pezzo di legno d’ulivo tratto da una potatura nella Comunità di Nomadelfia in provincia di Grosseto.
  • Legno proveniente dall’Amministrazione Provinciale di Ragusa.
  • Legno di canfora proveniente dal lago di Como ed inviato dalla signora Cacchi a ricordo anche delle vicende narrate nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
  • Legno di madreperla portato dal Cile da Piergiorgio Luciani a ricordo di tante sofferenze ed emigrazioni italiane in America Latina.
  • Legno a ricordo delle famiglie alluvionate di Casalseguro in provincia di Padova e inviato dalla Parrocchia della Purificazione della B.V Maria.
  • Pezzo di magnolia nel giardino del municipio del Comune di Noale pr. di Venezia, a ricordo dell’impegno e della fatica di tanti pubblici amministratori per il bene di tutti.
  • Pezzo di legno di quelli impiegati a ricostruire la chiesa di Tempera all’Aquila a rappresentare la comunità ed il volontariato solidale trentino ed inviato dal Presidente della provincia di Trento.
  • Legno prelevato a Catania da Salvatore Consoli, vicino ad un cantiere dove vivono famiglie di extra comunitari.
  • Legno utilizzato per la costruzione di icone sacre presso la Casa della Speranza di Cremona su indicazione di Vescovo diocesano che ha segnalato questa iniziativa nella lettera quaresimale ai diocesani.
  • Legno della speranza legato ad un bambino pensato gravemente malato in provincia di Padova.
  • Legno di faggio secolare di 200 anni innalzato in onore di Sant' Antonio da Padova, legno di castagno detto anche “albero del pane” e legno Pino loricato che è albero millenario, definito anche “fossile vivente” simbolo del parco nazionale del Pollino con il quale si facevano i bauli per gli emigranti che da quelle terre portavano nelle loro odissee, inviati dalla Presidente Provinciale del CIF di Potenza e marito, con attestato del Sindaco del Comune di Rotonda a ricordo di sofferenze, fatiche e fede della gente del luogo.
  • Frammento di una trave inviato dall’Associazione Comunità Giovanile di Conegliano di Treviso, a ricordo e simbolo di sofferenze e ricostruzioni di vite di chi vive nelle comunità terapeutiche su indicazione del vescovo di Vittorio Veneto.
  • Legno di un palo di robinia tagliato per fare un pavimento e mai usato, dal marito di Piera ved. Mazzariol ora volontaria del Movimento per la Vita di Castelfranco Veneto.
  • Legno di una casa di Fastro d’Arsie portatore di stanchezze, fatiche, dolori, speranze e gioia di tutte le famiglie italiane partendo da quella di dall’Agnol.
  • Pezzo d’ulivo di un “Getsemani” italiano vicino a Monica legato al fallimento del suo matrimonio, alla nascita di una figlia autistica e per ultimo diagnosi di un carcinoma, segnalato e portato dal parroco della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Treviso, unitamente ad altro legno, quasi un calcio di fucile da lavorare e che ricorda Renzo malato di Sla.
  • Legno lavorato da Roman Teonisto impagliatore e modellatore del legno superstite del Vajont.
  • Pezzo di legno appartenente allo sporto di un vecchio tetto in legno di una abitazione disabitata causa emigrazione e legno recente appartenente ad un pallet simbolo della ripresa economica di queste valli ed inviato dal Sindaco di Mel.
  • Ciotola e Pinocchio in legno provenienti dalla valle Strona a segno della tradizione artigianale di quelle popolazioni, inviato dal Presidente della Provincia di Verbano Cusio Ossola.
  • Pezzo di legno per il quale Mariano perse sotto la sega circolare l’indice della mano sx, lui giocatore ed allenatore di pallavolo.
  • Croce “nata” dal cedro sul quale perse la vita Nicola, giovane seminarista della diocesi di Treviso, fulminato dalla corrente sul cedro in casa sua e trasmessa da Don Federico cappellano della parrocchia di Trebaseleghe.
  • Legno inviata dalla Casa della Carità della Arcidiocesi di Milano per l’impegno che questa istituzione esercita a favore dell’integrazione di Rom, su indicazione del Cardinale Dionigi Tettamanzi.
  • Pezzo di pianta del giardino della casa dello straordinario uomo e medico Claudio Carosino, assassinato da un suo paziente malato di mente, su indicazione del vescovo di Fidenza e trasmesso dalla moglie e dal parroco di Busseto.
  • Legno testimone del luogo dove fu uccisa Jennefer incinta di nove mesi a Marne di Martellago, inviato da Don Andrea, cappellano della parrocchia della Cattedra di San Pietro.
  • Frammento del legno a forma di dado ed usato per la preghiera negli incontri del lunedì alla Casa Emmaus - Casa degli Affreschi in Facen di Pedavena.
  • Pezzo di legno della loggetta denominata “Torresella” tristemente conosciuta dagli agordini anche come “La pica, perché gli austriaci vi avevano eretto la forca per giustiziare i nemici, legno consegnato dall’Associazione de giovani delle valli agordine “L’impronta”.
  • Frammento di tavola predisposta ed usata da migliaia di donne per lavare a mano panni con qualsiasi tempo e stagione.
  • Legno lavorato nella Cittadella della Carità della diocesi di Mondovì si indicazione del Vescovo Luciano Pacomio.
  • Spina staccata dalla corona dell’antica croce venerata per secoli dal popolo di Usigliano di Lari di Pisa, durante le Vie Crucis e processioni di Gesù morto ed inviato da Lattici Marino membro del Consiglio pastorale.
  • Pezzo di una pianta della zona di Altamura dove fù ucciso il parroco di Longarone Don Francesco Cassol.
  • Legno moldavo legato alla carità bellunese nel mondo e portato dal diacono D’Alfonso.
  • Legno dei laboratori del Centro per handicappati di Don Orione in Chirignago provincia di Venezia.
  • Legno di rovere della guida per allungare il primo tavolo della Comunità Volti Amici quando le persone aumentarono nel 1977-78 in Trebaseleghe provincia di Padova.
  • Legno di evidente significato storico-mistico, parte di una trave del Palazzo Apostolico di Loreto sostituita nel corso di lavori in epoca imprecisata.
  • Nel 1972 il Delegato Pontificio della Santa Casa l’Arcivescovo Loris Francesco Capovilla la chiese ai magazzini per ricavarne il supporto del Tabernacolo della Cappella Domestica
  • Legno del vecchio poggiolo della Cooperativa Sociale Arcobaleno ’86 in Feltre dove prima si appoggiavano malati di mente, contadini a mezzadria ed ora i soci di questa Cooperativa e migliaia di visitatori provenienti da tutti i continenti ed in visita al Museo dei Sogni, della Memoria, della Coscienza e Presepi con simboli di tutti i 198 Paesi del mondo.
  • Pezzo di una pianta del Frutteto dei Pensieri anche con fiori a riferimento biblico in fase di completamento e nato dagli incontri biblici del lunedì che hanno per quattro anni il tema: Gesù, “ladro” nella notte di protesi.
  • Legno legato alla grande azione pastorale, in particolare per la risurrezione degli ultimi, del Vescovo Antonio Riboldi.
  • Pezzo di legno di una grande croce costruita con legni zoldani a testimonianza della preghiera a mani in su ed a mani in giù, tipica delle genti di montagna e donata intera alla nostra Comunità dal Sindaco di Forno di Zoldo Fausta De Feo.
  • Pezzo di tavoletta rimasta da una costruzione ideata e realizzata durante un incontro comunitario residenziale, circa l’impegno sul futuro, del Gruppo Giovanissimi dell’ACI della Parrocchia di Paese.
  • Pezzo della struttura di legno che sosteneva le campane di Longarone, legno preso dalla chiesa di Casso dove è possibile vedere segni della tragedia della notte del 9 ottobre del 1963, legno di un vecchio pollaio di Erto presente in quella tragedia. Li ha raccolti con delicatezza ed affidati a questa croce che li ricordi i 2000 morti, assieme alla Tina Merlin che non ebbe esitazioni allo schierarsi in difesa e promozione degli ultimi della terra. Legni questi raccolti e portati da Ernesta Rossa con l’aiuto di Don Giuseppe Bortolas e Mauro Corona.
  • Frammento di barella in legno usata nella prima guerra mondiale e recuperata dallo storico Piero Gai.
  • Legno inciso con le loro difficoltà, momenti bui, stanchezze, paure dai giovani dell’Azione Cattolica del Vicariato di Paese in un loro recente convegno e consegnato dal loro animatore Fabio Piovesan.
  • Frammento del presepio in legno donatoci nell’appartamento privato da Giovanni Paolo II nel 1998 nel 50 anno di fondazione della Comunità, il primo presepio degli oltre 2000 che costituiscono la sezione presepiale dei nostri musei, provenienti da 149 Paesi del mondo. Vuole testimoniare il SI alla vita che ogni giorno viene speso in tutti i continenti del mondo, arricchendo di nuova speranza la vita di tutti.
  • Questa croce è attraversata da filo spinato prelevato dal dismesso carcere di Campone di Verona.
  • Corona di spine differenti che segnalano a noi libertà e non libertà.
  • Su un legno vi è stato fissato un chiodo fatto a mano e servito nel 1948 per chiudere una bara. E’ l’unico elemento salvato dopo la riesumazione di quel corpo appartenuto ad un povero delle nostre terre.

Con questo simbolo vogliamo ricordare tutti i morti del mondo, crocefissi e non dalla storia e nelle storie di vita, ed in attesa per chi crede, della Pasqua di Resurrezione.


Nella rassegna stampa gli articoli che ci hanno dedicato L'Avvenire e L'osservatore Romano.

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