Rassegna stampa

02/11/2020

Nella chiesa di S. Francesco si beve il caffè e c’è un computer per fare smart working

Pubblicato sul Corriere delle Alpi del 31 ottobre 2020

scritto da Francesco Dal Mas

Quando una comunità sopravvive anche grazie ai crisantemi. È il caso della cooperativa Arcobaleno e di “Villa San Francesco” che le sta alle spalle. «Sono a disposizione i crisantemi che in località Casonetto a Feltre sono stati coltivati dai ragazzi» fa sapere il direttore Aldo Bertelle. «Silvano è disponibile anche a consegnare a domicilio per chi avesse bisogno. L’Arcobaleno è grata per l’aiuto che è espresso anche in questa occasione».

Sia a Facen di Pedavena che al Casonetto la Comunità ha dovuto rinunciare, a causa del Covid, alla sua tradizionale attività di accoglienza. Dal 22 febbraio al 9 giugno ha chiuso il cancello, la pandemia non ha concesso entrate e nemmeno uscite. «Non vi era che la chiesa.oratorio dedicata al patrono San Francesco Saverio, a Facen per ricevere qualche ragazzo, adulto, persone che avevano bisogno di parlare, ascoltare, chiedere, anche piangere, pure gioire, anche ora è così» ricorda Bertelle.

Una chiesa singolarissima, dove nel tabernacolo è conservato il santissimo, ma dove c’è anche un tavolo al quale ci si può accomodare, a distanza di sicurezza, per sorseggiare un caffè, o una bevanda rigorosamente analcolica. «È il nostro modo di accogliere», spiega Bertelle.

E dalle autorità ecclesiastiche che hanno avuto modo di constatare, non è scattata obiezione. «Quassù, su questo mezzo colle feltrino, continuiamo a coltivare un sogno, seppure modesto», spiega Bertelle, «il sogno che siano generate in ogni piazza, via, strada, palazzi, luoghi italiani, come non italiani, alcune chiese familiari profumate di intimità, segnate da passioni intense, dove tornare anche a sorseggiare quel mosto dei primi cristiani che li rendeva contenti e poi da lì ritornare festanti, quando sarà, nelle chiese oggi oramai vuote, poco partecipate, con i ragazzi altrove».

Nella chiesa trasformata in casa, la dispensa con il caffè solidale è abbondante. Non manca il panettone, il dolce del carcere Due Palazzi di Padova. Alle mura sono appese 100 stole: di santi, martiri, papi, semplici preti. Le più recenti sono arrivate dal cardinale Angelo Scola, dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna, del vescovo Virgilio Pante a Nairobi e realizzata con la pelle di una zebra. In arrivo quella indossata da padre Pedro Casaldaliga, vescovo dei poveri, e non solo, in Amazzonia, patrimonio di tutta l’umanità, su interessamento di don Luis Canal, missionario della diocesi di Belluno-Feltre per 35 anni in Brasile.

In quella strana abitazione, vi è pure una piccola biblioteca per chi vuol fermarsi a leggere. E se a qualcuno viene l’idea di fare smart working davanti al santissimo, i ragazzi di Bertelle hanno sistemato un tavolo con il computer. In un angolo le sementi da porre sulle 199 terre dei Paesi del mondo, conservate in cooperativa. Per le signore c’è pure il filo per rammendare calzini consunti e pantaloni slabbrati.

Adesso, in periodo di pandemia, sono stati sospesi anche i classici “Incontri del lunedì”, con centinaia di persone che arrivavano da tutto il Veneto. Come sono state sospese le visite ai Musei dei Sogni, della Memoria, della Coscienza, dei Presepi, presso l’Arcobaleno ’86.

E proprio l’Arcobaleno si è affidato alla vendita dei crisantemi, attività – coltivazione compresa – che peraltro svolge da anni, grazie alle serre che gestisce con grande cura». —

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